Welfare

L’accompagnamento non è obbligatorio

L’invalidità al 100% dà diritto ai servizi, non all’assegno (di Salvatore Nocera)

di Redazione

Mia madre ha circa 87 anni, vive da sola, ha una pensione mensile di circa euro 930 ed è in possesso di certificato di invalidità pari al 100% pur non usufruendo di ?accompagno?… (forse aspettano una invalidità del 110%). Può usufruire di qualche servizio per assistenza anziani fornito dalla Asl, dal Comune o da chi sa chi? Se sì, quali sono i servizi, sia a titolo gratuito sia a pagamento, che può richiedere e a chi richiederli? Umberto. M. (email) Risponde Salvatore Nocera I casi in cui all?accertamento di un?invalidità del 100% non segua l?indennità di accomopagnamento sono frequenti. Diversi sono, infatti, i presupposti legali dei due accertamenti. L?invalidità prevista dalla legge 118/71 accerta le percentualità di invalidità ai soli fini dell?acquisizione di una pensione. L?indennità di accompagnamento è prevista dalla legge 18/80 e riguarda le persone che non sono in grado di «compiere gli atti quotidiani della vista». È possibile dunque che una persona abbia un?invalidità del 100 per cento secondo delle tabelle che attribuiscono un punteggio per ogni minorazione, ma sia in grado di compiere da sola gli atti quotidiani della vita. In tali casi, si può provare a chiedere al Comune l?assistenza domiciliare e, nei casi più gravi, l?aiuto personale di cui all?articolo 9 della legge 104/92. Ogni Comune ha un proprio regolamento nel quale sono individuati i presupposti e le condizioni per cui si ha diritto all?assistenza domiciliare. È inoltre da tener presente che il Comune può predisporre un progetto di vita autonoma sulla base della legge 162/98. Questa previsione è rafforzata dal disposto dell?articolo 14 della legge 328/00, la legge-quadro di riforma dei servizi sociali, secondo il quale, il Comune, a richiesta dell?interessato, deve predisporre un progetto individuale di vita per le persone disabili.


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